Rispondiamo alle tue Domande

Per aderire ad Alberami hai bisogno dei tuoi dati anagrafici (o quelli della tua azienda agricola e del suo rappresentate legale) e i documenti relativi agli appezzamenti da certificare ossia l’atto catastale, il Quaderno di Campagna o l’ultimo Fascicolo Aziendale AGEA.

La prima registrazione sulla Piattaforma equivale a muovere i primi passi: siamo a tua disposizione per aiutarti a inserire tutti i dati.

Preferisci incaricare qualcuno per sbrigare la tua pratica di adesione?
Trova l’agente di zona più vicino a te o richiedi una visita a domicilio da parte di un nostro collaboratore.

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Aderire alla Piattaforma Alberami non comporta nulla di speciale, né grossi investimenti per rivoluzionare il modo in cui accudisci i tuoi alberi. Crediamo, confortati da studi scientifici, che l’adozione di opportune pratiche agronomiche ed interventi fitosanitari ecocompatibili facciano bene al prodotto finale, migliorino enormemente la capacità del tuo terreno di assorbire CO₂ e di conseguenza di generare maggiori crediti di carbonio.

Infatti, gli studi su cui si basa Alberami per calcolare la capacità di assorbimento di CO₂, dimostrano che un Oliveto, condotto con pratiche agricole biologiche, fornisce un prodotto finale di elevata qualità, con un valore di mercato più alto; nel contempo assorbe e conserva molta più CO₂ di un Oliveto coltivato con metodi ‘convenzionali’ e utilizzando prodotti di sintesi.

Il tuo profilo è privato. Nessuno oltre te ha accesso ai tuoi dati.

Alberami, nel rispetto di tutte le normative sulla privacy vigenti, ha l’obbligo legale di mantenere le tue informazioni sicure e private.

Uno dei punti di forza della Piattaforma Alberami è l’utilizzo della tecnologia Blockchain. Questa tecnologia permette di trascrivere delle informazioni in forma immutabile. Questo significa che le informazioni relative al tuo profilo personale e dei tuoi appezzamenti possono essere modificate solo durante la fase di registrazione. Una volta certificate dalla Piattaforma le informazioni potranno essere modificate solo al rinnovo annuale.

Nell’eventualità che l’appezzamento certificato sia stato affetto da un evento che compromette la sua integrità, come ad esempio danni causati da fenomeni naturali, incendi o nel caso sia stato ceduto a parti terze, il cliente è tenuto ad informare Alberami tempestivamente, come da accordi contrattuali.

No.
Un terreno incolto non può generare crediti di carbonio.
Tuttavia…
Se hai già ottenuto proventi da compensazioni, puoi pianificare di realizzare nuovi impianti ed iniziare a pianificare le nuove compensazioni di CO2.
Contattaci per procedere al più presto.

Compensare le tue emissioni con Alberami è molto semplice.

Una volta registrato, con tutte le informazioni necessarie:
1. La Piattaforma automaticamente aggrega la tua domanda con uno o più appezzamenti necessari a compensare il quantitativo di CO₂ da te richiesto;
2. Alberami ‘ritira’ dal mercato i crediti di carbonio relativi alla tua compensazione, ovvero elimina dal catalogo di disponibilità l’appezzamento utilizzato per compensare le tue emissioni.
3. Ricevi il tuo Attestato di Compensazione avvenuta, certificato dalla Piattaforma;
4. Alberami devolve all’agricoltore la percentuale prestabilita dei proventi della compensazione.

In Alberami facciamo il possibile per rendere semplice un atto complesso e laborioso, per raggiungere insieme un obiettivo comune!

SI, per ragioni amministrative e di praticità al momento prendiamo in considerazione compensazioni di almeno 5 tonnellate di CO₂.
Tuttavia occorre tener presente che una famiglia di 4 persone emette mediamente almeno 8 tonnnellate all’anno.

Tutte le attività umane provocano emissioni di gas effetto serra, la CO₂ è uno di questi, con conseguenti effetti nefasti sul clima del nostro Pianeta. Questa consapevolezza ha portato agli accordi internazionali (Kyoto e Parigi), ai quali ha aderito anche l’Italia, finalizzati al raggiungimento dei risultati volti alla riduzione delle emissioni di CO₂.

Attraverso il “carbon footprint”, ovvero l’impronta di carbonio, che è una misura che esprime in CO₂eq il totale delle emissioni di gas ad effetto serra, è possibile determinare la quantità esatta di emissioni di CO₂ emesse nelle fasi del ciclo di vita di un prodotto o servizio (creazione, trasformazione, produzione, trasporto, consumo): questo ci consente di definire azioni ed accorgimenti tesi alla riduzione di tale “impronta” e conseguentemente delle emissioni di CO₂.

Tuttavia esiste una soglia ‘fisiologica’ al di sotto della quale non è possibile ridurre.
Nasce da qui il concetto di “compensazione”, ovvero la possibilità di neutralizzare le emissioni residue che inevitabilmente non riusciremmo a ridurre. In questo modo un’attività di impresa, ma anche l’economia familiare e personale, può essere definita “carbon neutral”.

Compensare le emissioni di CO₂ significa bilanciare la quantità di CO₂ generata da diverse tipologie di attività, attraverso l’acquisto di Carbon Credits, crediti di emissione generati da progetti di vario tipo (progetti di preservazione di un ecosistema, interventi di forestazione, progetti di efficienza energetica) che, opportunamente realizzati e certificati, vengono venduti sul mercato volontario delle compensazioni. Attraverso questo mercato, aziende e individui possono compensare le proprie emissioni attraverso progetti che riducono o riassorbono, in maniera verificabile, una quantità proporzionale di emissioni di CO₂.

La compensazione del carbonio finanzia e sostiene direttamente soluzioni per ridurre le emissioni di carbonio, ora! Anche se generalmente è intesa come una soluzione temporanea, spesso la compensazione del carbonio riduce le emissioni molto più velocemente ed economicamente di quanto non si possa fare come impresa/individuo.

Pur non rappresentando l’unica soluzione, i progetti di compensazione delle emissioni di carbonio giocano un ruolo importante nella lotta al cambiamento climatico globale e nel contempo assistere le comunità locali, le prime sul fronte della lotta all’impoverimento del territorio: in molti casi, fornendo occupazione, biodiversità, rimboschimento e ampi benefici sociali alle comunità in cui vengono implementati.

Acquistare crediti di carbonio da Alberami significa co-finanziare i progetti certificati con la garanzia che ogni credito acquistato corrisponda a una tonnellata di CO₂ assorbita o evitata, attraverso progetti che rispettano o favoriscono eco-sostenibilità. Le proprietà di ogni credito vengono tracciate in modo indelebile utilizzando l’innovativa tecnologia ‘Blockchain’ per impedire doppi conteggio, doppie assegnazioni o qualsivoglia alterazione abusiva.

Alberami ritira Crediti di Carbonio sul mercato volontario per conto di chi intende compensare (il quantitativo viene definito attraverso il modulo di adesione) e fornisce un certificato registrato in modo univoco mediante la tecnologia Blockchain, che comprende una serie di dati quali:

. Quantità di Crediti (tonnellate) di Carbonio ritirati
. Numero seriale univoco
. Data di ritiro
. Beneficiario
. Particella che ha generato i Crediti di Carbonio ritirati
. Tipologia
. Coordinate GPS

L’Olivo (Olea Europaea), è un albero della famiglia botanica delle Oleaceae. Una delle caratteristiche peculiari dell’Olivo è la grande longevità. Nelle nostre regioni meridionali è facile trovare Oliveti millenari, testimoni della storia del nostro territorio. A livello botanico, l’Olivo è una specie sempreverde, con un’attività vegetativa continua, che rallenta (rallenta, ma non si ferma) solo per brevi periodi. Proprio per queste caratteristiche, studi scientifici dimostrano che l’Olivo è tra le specie arboree più efficienti nella cattura e stoccaggio di CO₂.

La capacità di assorbimento e stoccaggio di CO₂ di un Olivo dipende da molti fattori, quali, ad esempio: l’età della pianta, la sua localizzazione, altitudine e latitudine, il suo stato di salute e vegetativo, l’intensità del sesto, le pratiche agronomiche e tecniche di coltivazione adottate. Studi scientifici dimostrano che, in media, un Olivo con un’età di 15 anni assorbe annualmente tra i 50 e i 150kg di CO₂, fino a raggiungere 200kg nelle piante di 30-50 anni.

Certamente. Contattaci per discutere.

Potenzialmente si, va valutata la convenienza economica – contattaci per trovare la migliore soluzione.

Il potenziale di assorbimento e stoccaggio di ogni oliveto viene calcolato seguendo la metodologia su cui si basano i migliori studi scientifici internazionali. Addizionalmente, per garantire di rimanere sempre nei parametri scientifici adottiamo un approccio prudenziale, ossia al ribasso rispetto le medie, per far si che i nostri dati rimangano realistici e applicabili su larga scala. Tutti i dati relativi agli appezzamenti sono rivisitati e ricalcolati ogni anno, per garantirne la veridicità e l’attinenza alla realtà.
Per appezzamenti di grandi dimensioni (oltre i 10ha) il nostro team tecnico-agronomico effettuerà un’analisi specifica dell’azienda agricola attraverso un LCA (Life Cycle Assessment). Questa valutazione dettagliata prende in considerazione tutti i dati riguardanti l’azienda agricola in modo più granulare e può essere di interesse ad aziende virtuose impegnate ad abbassare annualmente la loro ‘impronta di carbonio’ e rendere le loro produzioni ‘carbon neutral’.

Un Olivo apparentemente secco, come nel caso di quelli affetti da Xylella, continua a stoccare CO₂. Questo significa che pur essendo ‘compromesso’ a livello di assorbimento di nuova CO₂ – fermo restando che questo processo non avviene soltanto attraverso le foglie e i frutti, ma anche mediante il sistema radicale e capillare – l’albero ‘secco’ fino a quando non viene abbattuto, continua ad assorbire CO₂ e conservare tutta quella già assorbita negli anni precedenti, agendo quindi da ‘serbatoio’ permanente di CO₂.

Dato importante in letteratura, e di fatto, considerato negli standard internazionali che regolano il sistema delle compensazioni di emissioni (volontarie e obbligatorie), il fondamentale punto di partenza nella creazione di nuovi crediti di carbonio è prima di tutto la salvaguardia degli alberi e degli ecosistemi attualmente in esistenza, seguito poi dalla piantumazione di nuovi alberi.

Si, certamente.
I proventi ricevuti da Alberami non sono di carattere pubblico, bensì di devoluzioni che vanno trattate come reddito agricolo supplementare (reddito dominicale) e di conseguenza tassati come tali.